Rovereto, ossario di castel Dante

Nr. inventario :
AGIATI_0399
Nr. inventario precedente :
4
PIN :
1157
Autore :
Roberto Iras Baldessari
Cronologia :
1930
Fondo :
Lascito di Tullio Fait
Tecnica :
Acquaforte (stampa)
Misure (base x altezza) :
23,5 x 17,5
Misure con cornice (base x altezza) :
38 x 25
Iscrizioni sul fronte coeve :
Iras
Iscrizioni sul retro coeve :
Assenti
Iscrizioni sul fronte postume :
prova Iras Baldessari
Iscrizioni sul retro postume :
Assenti
Acquisizione :
1980, donazione Tullio Fait
Notizie storico-critiche
L'Ossario di castel Dante è ritratto da nord, dalla zona di Santa Maria del Carmine. Si riconosce, a destra, il profilo del monte Vignola e tre campanili, il primo di Sant'Antonio di Lizzanella, il secondo e il terzo sono difficilmente riconoscibili. Le costruzioni sulla sinistra sono da collegare alla Filanda Bettini, costruita ad inizio Ottocento, e sullo sfondo una cortina merlata ancora esistente oggi. 

Dell'opera venne poi realizzata una serie di 50 esemplari, di cui il numero 38 si conserva presso il MART (inv MART 8198). Il numero 29 si conserva invece presso il Museo del Castello del Buonconsiglio (MN 1525). Il numero 31 è attualmente in vendita presso lo Studio Bibliografico Adige (https://www.sbadige.com/it/prodotto?show=rovereto_7). 

Roberto Marcello "Iras" Baldessari
Nato nel 1894 ad Innsbruck da genitori roveretani, il piccolo Roberto arrivò in terra lagarina nel 1904. Crebbe tra i tavoli del Caffè Accademia, acquisito dal padre, dove poté incontrare Luigi Comel, che gli insegnò i primi rudimenti di disegno e pittura. 
Nel 1908, pieno di speranze, si trasferì così a Venezia per frequentare l'Accademia di Belle Arti: qui ebbe modo di entrare a diretto con grandi maestri, come Guglielmo Ciardi e Emanuele Brugnoli, e prolifici amici e coetanei, come Tullio Garbari e Arturo Martini. 
Allo scoppio della Guerra, Roberto riparò a Firenze con la famiglia: l'incontro con il gruppo futurista e la conoscenza diretta di Marinetti cambiarono per sempre la sua vita. Da lì, almeno fino al 1924, seguì le mostre e gli eventi artistici del gruppo futurista fiorentino, da cui si distaccò nel momento in cui partì per numerosi viaggi in Spagna (Valencia, ma anche Madrid, 1923-1925), Roma (1925-1927), in Germania (Amburgo e Brema soprattutto, 1927-1933), nel 1939 fu a Napoli, poi in Romagna e anche a Tirrenia. 
Nel 1940 tornò a Rovereto, in pianta stabile, e ripartì un’ultima volta per Roma nel 1965, ove concluse la sua parabola biografica.
Bibliografia
Inedito.
Mostre ed esposizioni pubbliche
Opera mai esposta in mostre