Due teste di donna
- Nr. inventario :
- AGIATI_0077
- Nr. inventario precedente :
- B7 (inventario della donazione)
- PIN :
- 1296
- Autore :
- Luciano Baldessari
- Cronologia :
- ante 1916
- Fondo :
- Donazione Alvise Comel
- Tecnica :
- Acquerello su carta spessa
- Misure (base x altezza) :
- 23,3 x 10,8
- Misure con cornice (base x altezza) :
- 25,6 x 20
- Iscrizioni sul fronte coeve :
- Iscrizioni sul retro coeve :
- Iscrizioni sul fronte postume :
- Iscrizioni sul retro postume :
- Acquisizione :
- Notizie storico-critiche
- Bibliografia
- Mostre ed esposizioni pubbliche
- Assenti
- Assenti
- Assenti
- Assenti
- 1974, donazione Alvise Comel
L'opera è un pregevole schizzo di due teste femminili, che mostrano l'alta abilità del pittore di creare forme mediante l'uso del colore e le sue diverse variazioni tonali.
Luciano Baldessari (1896-1982) nacque a Rovereto e rimase orfano del padre all'età di 10 anni. Si iscrisse alla scuola reale elisabettina nell'anno accademico 1909-1910, quindi a 13 anni, e ci rimase fino al 4° corso, nel 1914-1915. Qui ebbe modo di studiare insieme a Luigi Comel.
Delle sue opere di formazione non è rimasto nulla, solo alcuni disegni e acquerelli che l'artista donò al maestro in occasione di un incontro avvenuto a Vienna durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1916.
Nel 1923 si trasferì a Berlino, dove tenne nel 1925 una mostra di acquarelli nella galleria dell'editore Gurlitt e iniziò l'attività scenografica per il cinema e il teatro, che sarebbe restata sempre uno dei suoi prediletti campi d'espressione; nell'estate del 1925 soggiornò a Parigi. Rientrò in Italia nel 1926 e incominciò a intrattenere fecondi rapporti con l'industriale Carlo Frua, che sarebbe divenuto uno dei suoi più qualificati committenti ed amici, e con gli architetti fondatori del Movimento razionalista italiano, oltre che con il gruppo degli astrattisti comaschi.
Nel 1939, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Baldessari si trasferì a New York; qui visse per nove anni, praticando, poiché non gli era riconosciuta la laurea italiana in architettura, pittura e scenografia.
Tornato a Milano, incominciò a progettare padiglioni per la Fiera campionaria (come il padiglione Breda del 1951) ed entrò nella giunta esecutiva della Triennale; le opere più significative degli anni successivi sono il grattacielo nello Hansaviertel di Berlino (1955-57); e ancora, la ristrutturazione, dopo il bombardamento, della sala delle cariatidi e delle colonne nel palazzo Reale di Milano (1971), in collaborazione con l'architetto Zita Mosca; si ricordano qui gli allestimenti di varie mostre, tra cui quella del Romanino (1965), di Vincent Van Gogh (1952), di Roberto Crippa (1971) e Lucio Fontana (1972), tutte nel palazzo Reale di Milano, le ultime in collaborazione con l'architetto Mosca.
Nel 1965 aveva sposato a Basilea l'attrice Schifra Gorstein, dalla quale avrebbe divorziato nel 1977. Nel 1982 sposò a Milano Zita Mosca, che con lui collaborava sin dal 1967. Morì nel 1982 per una broncopolmonite.
- B. Passamani, Alle origini del mestiere, Calliano, Manfrini, 1976.
L. De Finis (a cura di), La Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, catalogo della mostra (Trento-Rovereto, ottobre-novembre 2008), Trento, Temi, 2008, p. 255.
- Rovereto, Istituto Fontana, 1976.
Rovereto, Museo Civico, 2008.