Steccato

Nr. inventario :
AGIATI_0078
Nr. inventario precedente :
B8 (inventario della donazione)
PIN :
1297
Autore :
Luciano Baldessari
Cronologia :
ante 1916
Fondo :
Donazione Alvise Comel
Tecnica :
Acquerello su carta spessa
Misure (base x altezza) :
38,5 x 24,3
Misure con cornice (base x altezza) :
40 x 29,5
Iscrizioni sul fronte coeve :
Assenti
Iscrizioni sul retro coeve :
Assenti
Iscrizioni sul fronte postume :
Assenti
Iscrizioni sul retro postume :
Assenti
Acquisizione :
1974, donazione Alvise Comel
Notizie storico-critiche
L'opera, a metà tra l'astratto e il figurativo, mostra uno steccato di campagna. La fluidità delle forme è data dalla notevole abilità del pittore, capace di utilizzare l'acquerello con grande abilità e scioltezza, adattandosi bene anche a ritagli di carta come il presente. L'opera è giunta in Accademia insieme ad un cartoncino scuro di sfondo, su cui è riportata l'antica segnatura. 

Luciano Baldessari (1896-1982) nacque a Rovereto e rimase orfano del padre all'età di 10 anni. Si iscrisse alla scuola reale elisabettina nell'anno accademico 1909-1910, quindi a 13 anni, e ci rimase fino al 4° corso, nel 1914-1915. Qui ebbe modo di studiare insieme a Luigi Comel.
Delle sue opere di formazione non è rimasto nulla, solo alcuni disegni e acquerelli che l'artista donò al maestro in occasione di un incontro avvenuto a Vienna durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1916. 
Nel 1923 si trasferì a Berlino, dove tenne nel 1925 una mostra di acquarelli nella galleria dell'editore Gurlitt e iniziò l'attività scenografica per il cinema e il teatro, che sarebbe restata sempre uno dei suoi prediletti campi d'espressione; nell'estate del 1925 soggiornò a Parigi. Rientrò in Italia nel 1926 e incominciò a intrattenere fecondi rapporti con l'industriale Carlo Frua, che sarebbe divenuto uno dei suoi più qualificati committenti ed amici, e con gli architetti fondatori del Movimento razionalista italiano, oltre che con il gruppo degli astrattisti comaschi.
Nel 1939, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Baldessari si trasferì a New York; qui visse per nove anni, praticando, poiché non gli era riconosciuta la laurea italiana in architettura, pittura e scenografia.
Tornato a Milano, incominciò a progettare padiglioni per la Fiera campionaria (come il padiglione Breda del 1951) ed entrò nella giunta esecutiva della Triennale; le opere più significative degli anni successivi sono il grattacielo nello Hansaviertel di Berlino (1955-57); e ancora, la ristrutturazione, dopo il bombardamento, della sala delle cariatidi e delle colonne nel palazzo Reale di Milano (1971), in collaborazione con l'architetto Zita Mosca; si ricordano qui gli allestimenti di varie mostre, tra cui quella del Romanino (1965), di Vincent Van Gogh (1952), di Roberto Crippa (1971) e Lucio Fontana (1972), tutte nel palazzo Reale di Milano, le ultime in collaborazione con l'architetto Mosca.
Nel 1965 aveva sposato a Basilea l'attrice Schifra Gorstein, dalla quale avrebbe divorziato nel 1977. Nel 1982 sposò a Milano Zita Mosca, che con lui collaborava sin dal 1967. Morì nel 1982 per una broncopolmonite.
Bibliografia
B. Passamani, Alle origini del mestiere, Calliano, Manfrini, 1976. P. Pizzamano, Il fondo Comel dell'Accademia roveretana degli Agiati, in La Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, a cura di L. De Finis, catalogo della mostra (Trento-Rovereto, ottobre-novembre 2008), Trento, Temi, 2008, pp. 111-135: 117.
Mostre ed esposizioni pubbliche
Rovereto, Museo Civico, 2008.